La nostra storia...

          ...comincia nell'aprile del 1994 quando...  un giovane prete partecipa alla XVII Convocazione Nazionale del Rinnovamento nello Spirito e nella sala grande della Fiera di Rimini sull'altare allestito campeggiava un'icona di Gesù, Giuseppe e Maria, commentata dal grande titolo, che era il motivo della convocazione: 

LA FAMIGLIA ICONA DELLA TRINITA' .

Si susseguirono celebrazioni molto belle e sentite fino a quella della confessione sacramentale; il campo fiera di Rimini si trasformò in un grande confessionale. Il giovane sacerdote ebbe la fortuna di ricevere l'assoluzione paterna del buon Padre Emiliano Tardif, il quale immediatamente dopo presiedeva la preghiera di guarigione nella sala grande della Fiera. Io sedevo in seconda fila davanti al palco adibito ad altare, quando, dopo la preghiera del padre, si formò una vera processione di paralitici che alzatosi da soli dalle loro carrozzine ci passavano davanti. Un medico di Pistoia afflitto da sclerosi multipla da anni passava, quando l'anziano sacerdote davanti a me in talare si alzò di colpo e io non vedevo più niente; lo afferrai a destra e sinistra con le mani per la talare e lo spinsi a sedersi, lui si girò con le mani tremanti e carico di emozione mi disse: "L'ho confessato io, 5 minuti fa!" A quel punto mi calmai anch'io, non ricordo se  chiesi scusa ma vedevo che per lui era veramente una situazione eccezionale! Che bisognava rispettare.

Molti guarirono per opera di Gesù quel giorno, fu una giornata di gioia e di ringraziamento alla misericordia di Dio. Io tornai in parrocchia e diedi subito corso al gruppo di preghiera...

Alcuni fratelli del Rinnovamento ci diedero un aiuto iniziale, col passare del tempo ci siamo sempre più resi autonomi e ci siamo anche chiesti a quale delle comunità carismatiche presenti sul territorio italiano avremmo potuto aggregarci. Ci siamo trovati in una certa sintonia con la comunità fondata da P. Tardif, I Servi di Cristo Vivo; abbiamo partecipato con loro a San Rufo di Teggiano e a Battipaglia apprezzando il ministero  gioioso ed entusiasta del P. Dario Betancourt. Le guarigioni operate da Gesù in quegli incontri ci hanno incoraggiato ad andare avanti, soprattutto la guarigione di un ragazzo di diciotto anni, che la mamma aveva portato su un letto con le ruote, un ragazzo nato paralitico e alzatosi da solo da quel letto durante la processione del Santissimo Sacramento. Veramente l'Eucaristia è il Sacramento per eccellenza istituito da Gesù, per il nostro bene temporale ed eterno! Dio ci aumenti la fede nella presenza operante di Gesù Eucaristico! 

Nonostante queste diversificate  esperienze non ci siamo aggregati a nessuno, finché pregando abbiamo ricevuto un nome e un cammino autonomo: la comunità dello Spirito del Dio Vivente. E' passato oltre un ventennio, sono cambiate molte cose, il nome è rimasto lo stesso con la precisazione odierna di Fraternità Cristiana, aperta alla preghiera per l'Unità dei Cristiani e soprattutto alla ricostruzione sacramentale della famiglia italiana.

La famiglia non può farcela da sola, ha bisogno del Buon Pastore, di Gesù, che nei suoi ministri la curi e la nutra sacramentalmente. Ecco quindi un ministero sacerdotale di indirizzo contemplativo per rimettere Gesù al primo posto. Ecco l'ispirazione alla Regola di San Benedetto, che perentoriamente sottolinea: "Nulla si anteponga a Cristo!" I tempi sono cambiati, quindi della regola proponiamo il cuore, gli strumenti delle buone opere come le definisce il santo, desunte tutte dalla Sacra Scrittura e il capitolo sui gradi di umiltà. Ovviamente la vita di oggi non è organizzabile come la vita di un uomo dell'Alto Medioevo! Quindi lavoro e liturgia dovranno adattarsi opportunamente ai tempi odierni.

Ma... riprendiamo la storia...



continueremo a scrivere  un po' alla volta per raccontare come Dio ci ha presi per mano e ci ha  accompagnati a quanto viviamo oggi 

Il Monaco del Cuore


  1. LETTURA BIBLICA

  2. LITURGIA

  3. LAVORO MANUALE


IL MONACO A TEMPO RIDOTTO...


... è un uomo battezzato nel Nome del Signore Nostro Gesù Cristo, cioè un cristiano. I monaci che dedicano tutta la loro vita alla lettura della Parola di Dio e all'obbedienza alla Parola, alla preghiera Liturgica e personale sono anch'essi dei cristiani. Cristiani che hanno preso talmente sul serio il loro battesimo da rinunciare alla vita del mondo, nel rifiuto di tutto il finto benessere che il mondo propone: denaro, successo, godimento di ogni possibile piacere. Ma, allora, il padre di famiglia che vive nella società spezzandosi la schiena per il bene della propria famiglia è un cristiano a metà? O peggio un falso cristiano? Certamente no! Il battesimo ricevuto lo rende un autentico cristiano, perché quel sacramento è come se Cristo con un marchio a fuoco, come fanno i possessori di bestiame, avesse segnato l'anima di quell'uomo. Egli possiede un carattere. Ed è giusto perché Gesù è un Buon Pastore, il quale, per riconoscere le sue pecore, le marchia a fuoco rovente. Ma con quale fuoco? Non certo con quello materiale acceso dai pastori terreni, ma con il fuoco dello Spirito Santo, che non marchia il corpo ma incide sulla "pelle" dell'anima il Nome Santo di Gesù e quindi ne decide l'appartenenza al suo gregge.

Succede però, che la vita ci prende la mano e vivendo nei problemi del mondo dimentichiamo il nostro battesimo e gli impegni che abbiamo assunto in esso: la rinuncia a Satana e l'accoglienza del Credo della Chiesa per andare in Paradiso.

Come ogni buona automobile, nella macchina della vita ci devono essere sia l'acceleratore che il freno. Una macchina senza freni è un pericolo sociale. Un uomo senza freni non sa dove va e come regolare la velocità. Ci vuole un tempo di calma, un freno: il monaco a tempo ridotto.

Suggerisco tre ore settimanali di freno vitale, per fare quello che un monaco fa sempre: leggere la Parola, pregare insieme la Parola e obbedire alla Parola e un lavoretto, fatto più per diversivo che per guadagnare, dal momento che per questo c'è già una settimana con i suoi impegni onerosi e obbligatori. Un lavoro breve e piacevole senza pensare al guadagno, ma a qualcosa di utile, per sé e per gli altri in spirito di servizio. San Paolo dice chiaramente ad una sua comunità "vi ho insegnato come si debba lavorare per aiutare i poveri", e, ovviamente, bastare a se stessi, aggiungendo "chi non vuol lavorare, neppure mangi". Paolo era un tessitore di tende.

dom Carmelo,

monaco del cuore

ed evangelizzatore di strada.

L'esperienza si fa

sabato dalle 9.00 alle 12.00

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